La rappresentazione del corpo dell’uomo e quella del corpo di Dio si sono da sempre articolate secondo logiche differenti. È naturale, ci si troverebbe a pensare: non si può certo rappresentare Dio con la stessa nonchalance con la quale si rappresenta un signor nessuno.
Un altro problema sembra poi sorgere quando si tratta di raffigurare il corpo di Dio nella sua pura nudità: rispetto a culti naked-friendly come quelli pagani, il cristianesimo sembra da sempre avere problemi con la rappresentazione dei genitali del Creatore. Se le religioni fossero uno spogliatoio maschile, il Dio cristiano sarebbe quello che va a fare la doccia con le mutande, mentre Apollo e Dioniso fanno l’elicottero col pene e si schiaffano il culo con gli asciugamani.
Ma è sempre stato così? E davvero il problema della rappresentazione del corpo può essere ridotto a una questione di repressione sessuale e moralismo esagerato?
Beh, non lo so. Se avessi le competenze per rispondere alla seconda domanda, scriverei articoli per qualche rivista di fama nazionale, piuttosto che in un blog che nessuno legge. Rispondere alla prima, tuttavia, è decisamente più facile, e nel farlo mi avvarrò di eccezionali testimonianze storiche, che qui potrete leggere in anteprima assoluta. Continua a leggere