Mediamente, la prima sbronza violenta della vita avviene attorno ai 15 anni. Già da quell’età ti rendi conto di tutti i vantaggi che comporta: puoi fare schifo senza problemi, dar sfogo a ogni istinto animalesco, scrollarti di dosso ogni responsabilità per le tue azioni perché “hey ero ubriaca!”, non devi convivere con ricordi dolorosi perché tanto non ricordi nulla. Ricostruire la sequenza degli eventi della sera prima tra foto sgranate, messaggi incomprensibili su whatsapp e la disposizione dei vestiti in giro per la stanza ti fa sentire come Miss Marple, ma più figa.
Col passare degli anni però, quando la voglia e (spesso) la necessità di ubriacarsi aumentano sempre più, la resistenza del tuo corpo all’alcool tende a diminuire. Da compagni inseparabili pronti a qualsiasi avventura diventante come due vecchi amici che si ritrovano una volta ogni tanto al bar del paese: certo che vi volete bene, ma faticate a sopportare i racconti dell’ultima vacanza di coppia o dei problemi in ufficio.
Ma anche se viaggi intorno ai 30 ti ubriachi lo stesso, forse anche più di prima, per scacciare quell’inutile senso di responsabilità che ti senti addosso, anche se di responsabilità non nei hai, ma sai che dovresti averle, ma non le vuoi, ma bla bla bla (fanculo Dawson’s Creek ci hai distrutto a tutti, non smetterò mai di ripeterlo).
E quando sei intorno alla trentina e ti ubriachi, ti rendi conto che stai invecchiando, che hai il reflusso gastrico, mentre pensi alle tachipirine che dovrai ingollare il giorno seguente per fingere di essere una persona normale.
Ecco, quindi, una pratica lista delle 10 cose che cambiano dalla sbronza dei 20 anni a quella degli ENTA:
- La
- Verità
- è
- Che
- NON CAMBIA UN CAZZO
- Finisci
- Sempre
- Per
- Sboccarti
- Addosso