(alti) Papaveri e Paperi

è facile empatizzare con i personaggi della nostra infanzia, finché restano in un mondo ideale, asettico, pulito.
Ma cosa succederebbe se i nostri paperi preferiti fossero vissuti in Italia? Ameremmo ancora Paperone se sapessimo chi vota, o come ricicla il suo denaro? E paperino, come sarebbe cresciuto in una famiglia tanto potente? Qui, Quo e Qua in che partito militerebbero? E soprattutto:
che cosa ci fa Paperoga in una clinica di riabilitazione in Alto Adige?
Tutte queste risposte, e molte altre, nel nostro ultimo articolo.

Paperon De’ Paperoni: esponente di punta di un tipo di imprenditoria che al giorno d’oggi non si esiterebbe a definire berlusconiana. Arricchitosi come palazzinaro negli anni della ricostruzione e del boom economico, si espande velocemente fino a rilevare e aprire attività dalle fortune alterne nel settore petrolifero, degli autotrasporti, nel commercio di beni di lusso e d’uso quotidiano e, dai tardi anni ’70, anche nel settore delle TV regionali.
Fin da subito il suo nome è associato ad attività poco lecite, se non della più feroce speculazione edilizia. Mano a mano che il suo impero finanziario si espande, comincia a legarsi a politici e figure internazionali famigerate più che famose. È da ricordare il suo poco chiaro coinvolgimento negli omicidi Mattei e Moro, così come negli affari della Banca

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Una vignetta d’epoca che ben sintetizza il rapporto di Paperone con le istituzioni

Vaticana: è celeberrimo lo scatto del 1981 che lo ritrae in compagnia di Paul Marcinkus.
Il suo patrimonio, la cui stima oscilla tra cifre talmente eccessive da risultare inverosimili, giace spiaggiato all’interno dei paradisi fiscali di mezzo mondo, e i processi a suo carico si susseguono nei decenni, arenandosi nella corruzione di pubblici ufficiali o per l’assenza di prove sufficienti all’imputazione. Il suo potere cresce a dismisura durante il periodo socialista, per poi iniziare a vacillare durante le indagini per il Maxiprocesso, che vedono il suo nome emergere più volte; subisce il colpo più duro negli anni ’90 con l’inchiesta Mani Pulite. Al contrario del collega e avversario Rockerduck, vittima di un sospetto caffé alla stricnina, evita arresti e carcere. Pur continuando ad amministrare direttamente il suo patrimonio, si è ritirato in Costa Smeralda, ormai ultranovantenne. Viene frequentemente accostato a figure come Licio Gelli e Giulio Andreotti (sue note conoscenze), esemplare eminenza grigia della prima repubblica italiana. Continua a leggere