La generazione Y ha vissuto più di ogni altra il trauma del passaggio dall’analogico al digitale, in una rivoluzione che ha riguardato ogni aspetto della vita quotidiana, all’interno della quale ricade, ovviamente, anche la masturbazione. Colti dalla nostalgia di memorie che sarebbe stato meglio sopprimere, riscopriamo assieme come la generazione Y sfogava le proprie pulsioni nel passaggio tra prepubescenza e maturità (ovvero tra analogia e digitalogia), e ringraziamo ovviamente gli intervistati che hanno reso possibile questa inchiesta d’assalto.
MEZZI CONVENZIONALI
- VHS e Riviste Porche: la pornografia convenzionale sembra non essere stata il media preferito dagli impuberi dell’epoca, presupponendo un ostacolo non da poco: l’esposizione al pubblico ludibrio. Che si trattasse di acquistare una rivista o un film, bisognava per forza passare per un giornalaio o un distributore pubblico, e quindi sotto la disapprovazione pubblica.
- Programmazione notturna dei canali locali: ovvero le prime vere sgroppate cui la generazione Y ha assistito. Come nel caso precedente, era più pornosoft che la roba hardcore cui siamo abituati oggi. Ma vedere una tetta, anche senza stantuffamento o scene di antropofagia, bastava e avanzava.
- Il magico internet: ancora nella sua fase embrionale, la pornografia in internet faceva cagare. Il massimo in cui si poteva sperare erano delle GIF conturbanti e delle scan di riviste cartacee. Ovviamente non volendo considerare dei render 3D capaci più di causare incubi che di eccitare. Per quanto riguarda le immagini e le foto vere e proprie, l’uomo fumetto dei Simpson ci ha già detto tutto a riguardo. Ricordo che quando andavo alle medie andava di moda questa roba. Che tristezza.