Cronache da Ustica – parte 2

Trovate qui il primo episodio.

“Mani in alto ho detto, anche tu furbone, sto parlando proprio a te”

Il guardacaccia stava parlando proprio a Gianni. Statuario nella sua camicia kaki sbottonata sul petto villoso, aveva individuato in lui il principale avversario per la supremazia, l’alfa che andava sottomesso. Gianni poteva contare su un bel paio di baffoni unti di olio di cocco, ma lui aveva dalla sua parte un fucilazzo maestoso, che oltre a vincere la gara degli attributi fallici, avrebbe potuto abbattere un ippopotamo alla carica. Tutti pensano ai carnivori, nessuno agli ippopotami: ed è così che gli ippopotami ti fregano.

“Ehi calmo, granduomo”

Fa Gianni, ma la sua proverbiale flemma inizia a vacillare. Un fucilazzo è pur sempre un fucilazzo.

“Mi sa che non hai capito bene”

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Gianni non ha capito bene

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ESSERE INTELLIGENTI OGGI

Superata la soglia dei 25 anni, una rilevante percentuale dei nostri coetanei inizia a convivere, trovare un impiego stabile, andare a vivere da sola, e in generale far venire al pettine i nodi della propria vita per cercare di diventare degli elementi produttivi della società. La restante parte invece sembra non aver capito le stesse cose che questi individui sovrumani hanno afferrato con relativa facilità e rapidità: perché vivo ancora con i miei? Perché ho 27 anni e mi sono appena laureato alla magistrale? Tra quanto troverò un lavoro? Perché nessuno mi ha detto che per trovare un lavoro devo prima cercarlo? Da dove si inizia per piacere alle persone? Come faccio a trovare l’amore della mia vita se non so neanche dove sono finiti i calzini che mi sono tolto mezz’ora fa?
Calma, calma. Prendete le vostre ansie e mettetele da parte, perché ci serviranno dopo: la scienza ci ha finalmente rivelato che il motivo per cui facciamo così schifo è che siamo troppo intelligenti per il pianeta in cui viviamo, e per scendere a compromessi con questa società che non ci ha mai meritati.
Stando a un sacco di articoli che persone con un livello di autostima tendente allo zero continua a condividere su Facebook, ciò che agli occhi delle persone più superficiali non è altro che un difetto, in realtà è il marchio indistinguibile della nostra superiore intelligenza. Scoprite in che modo, leggendo l’articolo più passivo-aggressivo che abbiamo mai scritto.

C’è un’alta correlazione tra la condivisione degli articolo riportati più in basso e questa citazione di Trainspotting. Non scegliere la vita, al giorno d’oggi, non significa fa ricorso ad eroina, ma a uno stile di vita sintomatico di acume e intelligenza che mal si sposa con ciò che la nostra società considera l’autorealizzazione personale: Continua a leggere

COME FA A PIACERE DE ANDRE’ A SALVINI

Più volte Matteo Salvini non ha nascosto il suo apprezzamento per le canzoni del buon De André, in una mossa che lo ha visto ottenere due risultati immediati: profanare con la sua presenza uno dei mostri sacri dei più borghesi salotti della sinistra, e rendendo impossibile – per una volta – criticare qualcosa che goda della sua approvazione. Se il secondo risultato non vi sembra nulla di che, provate a pensare a qualcuno che vi sta davvero in culo, e pensare “Beh dai, almeno si veste bene”, “almeno ha dei bei busti musicali” o qualcosa di simile. Beh, è abbastanza difficile, ne converrete, e se non ne convenite state mentendo a voi stessi.
Ma come lo ascolta De André, il nostro buon Salvini? Come può un politico populista e con tendenze nettamente più a destra che a sinistra ascoltare spassionatamente un cantautore che nel corso dei decenni si è dimostrato vicino a posizioni di sinistra se non apertamente anarchiche? Tutto è possibile, pertanto nell’elenco che segue ci siamo sforzati di pensare come il segretario della Lega Nord (a breve Lega dei Popoli) interpreta i brani di Fabbber.

amore deandreiano Continua a leggere