La fede risiede lì dove sta la necessità.
Ovvero nel principale semiconduttore di tutta l’industria elettronica.
UNA PREGHIERA AL SILICIO
Mi ricordo quand’ero bambino
Infilar pile grandi come trattori
In giocattoli dai mille colori
Dai cinesi per noi fabbricati
Tu petrolio coi tuoi derivati
Mi hai deliziato per ore intere:
Per mille mattine, per mille sere
Al tuo altare mi sono inchinato.
Ma poi il mio squadrone datato
Di soldatini e di macchine a molla
Fece largo (oh, povera folla!)
A un dio in incognito apparso.
Di chip e di cavi cosparso,
Un araldo del millennio venturo
Seppe sedurre, sicuro,
Un’età di ingenue pandore.
E allora ditemi in queste ore
Se dell’eroe non merito il nome,
Io che, non so ancora come,
Mi sono immerso nel buio assoluto
Reboot
E fino ad ora son sopravvissuto
Varcando quella spaziosa corte
Che con pianti e con grida distorte
Il telefono in un secondo zittiva
In cambio della promessa lasciva
Di sogni a cinquantasei cappa,
Artefici della nuova mappa
Di una terra ancor troppo oscura.
E mentre il corpo cresce e matura
So già di non potermi rialzare
Dai bordi di un nuovo altare
Che mi fiacca con nuove trovate,
Con meraviglie appena ideate,
Con aggiornamenti da installare,
Con nuovi gadget da acquistare
Per soddisfar l’appetito vorace.
E la notte, tutto, ormai tace.
In milioni a violar la tastiera
Digitano una silenziosa preghiera
Fissando l’unica luce negli occhi
Il ticchettare dei veloci tocchi
È l’unico suono, un’eco lontana
Dei cuori della razza umana
Che in sincronia battono ancora.
Silicio, se ti piace e ti onora
Dammi istanti che siano degni
Di recare con loro i segni
Di una condivisione globale
Traimi dal regno animale,
Dai confini materiali del corpo
Proiettami senza uno sforzo
Dovunque decida di andare
Table of commandment
Qualunque cosa io voglia guardare,
O bisogno che divenga pulsione
Possa trovare soddisfazione
Alla luce dei led, in eterno.
Poiché la solitudine è inferno
Allontana l’angoscia mortale,
Quel terrore che di notte m’assale
Restando solo coi miei pensieri
Il riposo, stanotte come ieri
Sia insomma veloce a calare
Un semplice imput da programmare
Senza fissare il soffitto per ore.
E infine, un trapasso indolore
Proprio qui, davanti allo schermo
Dove comunque e in eterno
Avrei continuato a pregare.
Sulla retina voglio fissare
Mentre il cuore sussulta e si ferma
L’immagine immobile, eterna
Della mia morte in condivisione
Sparata senza un’esitazione
Ad amici, sconosciuti, parenti
Dimenticata nel mare di eventi
Di reti e connessioni in tempesta.
E se la morte si manifesta,
Le dita si staccano dalla tastiera,
Io ripenso a una lontana era
Di pile grandi come trattori,
Di giocattoli dai mille colori
Dai cinesi per noi fabbricati;
La mente implode al peso dei dati
Ma mi ricordo quand’ero bambino.
The price of knowledge