Animali Fantastici, i crimini di Grindelwald – verso una normalizzazione della saga di Harry Potter

SPOILER ALERT: questa non è una recensione. Non so neanche io cos’è. Al limite definiamola un commento, un’analisi o una riflessione sugli ultimi sviluppi del Wizarding World. Chiamiamola come vogliamo, ma inevitabilmente saranno presenti spoiler – maggiori e minori – sugli ultimi film della saga. Avviserò quando si toccherà il punto di non ritorno oltre il quale sarà dannoso continuare a leggere, quindi leggete pure le prime righe ma state all’erta.

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sto per lamentarmi, ma non per i motivi che credete

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Tira di più un pelo di umano che un frangolatore Xzybiat

Alieni.
Da dove vengono? Sono tra noi? Cosa vogliono? Hanno istinti sessuali malevoli nei nostri confronti? Hanno famiglie con padri degeneri come tutti noi?
Per scoprirlo basta analizzare i fatti e le prove in nostro possesso.
Quando si parla di alieni si pensa subito a strani mostri Croenenberghiani, mistici tentacoli in stile Lovecraft oppure a verdi blob fosforescenti; tanti cervelloni hanno cercato di immaginare altri modi di sostenere la vita che non fosse a base di carbonio ma non sembrano essercene ed è molto probabile che l’evoluzione, anche su altri pianeti, porterà gli alieni ad essere molto simili a noi. O noi ad essere molto simili a loro.

Inoltre finora tutte le forme di vita conosciute sono dominate dagli stessi istinti cioè quello di combattere per i propri bisogni e di trasferire il proprio corredo genetico o parte di esso ad un’altra creatura (usate queste parole se volete rimorchiare una biologa, funziona sicuramente).
Alcuni animali oltre all’uomo hanno poi sviluppato un piacere intrinseco nell’atto sessuale; non vedo perchè gli alieni, così simili a noi, dovrebbero fare differenza!
Esatto, gli alieni sono soggetti ai piaceri dell’orgasmo e con questo, inevitabilmente, ogni loro scoperta tecnologica verrà dedicata immediatamente al piacere sessuale, proprio come succede sul nostro pianeta!

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non siamo poi così diversi

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Dragon Ball Abridged 60 – una rilettura politica della furia di Gohan?

Gohan è uno dei personaggi principali di Dragon Ball. Figlio del protagonista, la sua caratterizzazione lo vede detestare il combattimento, pur possedendo un potenziale che espresso ai suoi massimi termini eguaglia facilmente quello di ogni altro Guerriero Z – il gruppo di combattenti di cui fanno parte i personaggi “buoni” di Dragon Ball, che abitano sulla terra e ruotano attorno alla figura di Goku.
Ricoprendo un ruolo marginale nelle prime saghe di Dragon Ball Z (saga dei saiyan e saga di Freezer), arriverà a diventare il protagonista definitivo della saga di Cell, per poi tornare ad essere relegato ai margini della narrazione nell’arco conclusivo della serie: la saga di Majin Bu. Gohan è un personaggio costruito sulla propria rabbia e sulla sua accettazione, verso un superamento dei propri limiti e un superamento delle difficoltà che ha senso soprattutto considerando la genetica saiyan e la sua peculiare concezione di risoluzione dei problemi.

Credo che grazie alla programmazione ossessivo-compulsiva di Mediaset nessuno sia all’oscuro dei fatti che riporterò in seguito, ma se così non fosse, ovviamente l’articolo contiene numerosi SPOILER sulle vicende narrate in Dragon Ball. Continua a leggere

Cosa aspettarsi dalle prossime stagioni de La Casa di Carta

Merda totale o capolavoro assoluto? I giudizi sulla Casa di Carta sembrano polarizzarsi attorno a queste due opinioni. Che vi sia piaciuto o no, avrete appena fatto in tempo a digerire la vicenda che adesso ne hanno annunciate altre due stagioni.

ALTRE

DUE

STAGIONI

Ma perché le serie che ci interessano per davvero non prendono esempio? Noi non ci vogliamo sbilanciare riguardo le nostre opinioni sulla casa deppappél (CI HA FATTO CAGARE A SPRUZZO), ma vogliamo comunque lanciarci nel vortice riguardante la vicenda, giusto per fare un po’ di visualizzazioni in più, e soprattutto perché abbiamo degli amici influenti e siamo riusciti a dare un occhio agli script delle prossime stagioni. Anche quelle che non sono ancora state annunciate. Lettori, siete avvisati che ovviamente tutto quello che leggerete da qui in poi contiene forti SPOILER sulle stagioni già concluse, ma soprattutto su quelle a venire.

la-casa-di-carta.jpg Continua a leggere

La foto profilo perfetta – un affare da migliaia di euro

Marco è un fotografo di 28 anni, vive a milano dal 2012 e pratica la fotografia a livello agonistico. Ha iniziato i suoi studi nel dojo di Nikon-senpai, ma col tempo è diventato pratico anche di altri stili di combattimento. Ci segnala in particolar modo lo stile ISO500 del dragone controluce e lo scatto fluente che rompe la roccia con la sovraesposizione. Oggi è cintura nera di fisheye, e accarezza l’idea di aprire un dojo tutto suo. Non gli interessa particolarmente la fotografia: gli piace solo l’idea che qualcuno lo chiami senpai. Ha anche insistito perché lo presentassimo in questa maniera delirante in apertura alla nostra intervista. Quindi la prima domanda, d’obbligo, è:

Perchè?
Perché quello che faccio per vivere da qualche anno è talmente tanto ridicolo che mi sentirei avvilito a farvi parlare di tutte le qualifiche che ho, contando dove mi hanno portato. Quindi tanto vale un’introduzione gagliarda che non mi rappresenta alla stessa maniera. Continua a leggere

Fregole in Tavola – 4 manicaretti consigliati da mio padre

Si possono dire molte cose degli uomini italiani, ad esempio che sono di genere maschile e hanno cittadinanza italiana, ma certamente non si può dire che alcuni di loro che sono bravi a cucinare non siano bravi a cucinare. Mio padre è una di queste persone. Dopo avervi allietato con i manicaretti della prima puntata, ecco a voi la seconda puntata delle Fregole in Tavola, dedicata a piatti sfiziosi e intriganti che tutti possono preparare involontariamente. Oggi vediamo alcune ricette consigliate da mio padre. Continua a leggere

Sei tatuaggi che i nerd dovrebbero smettere di farsi

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Ah, i cattivi. Perché tifare per un eroe stereotipato quando in realtà i legali buoni non sono mai piaciuti a nessuno e non c’è nulla di più affascinante di un cattivo ben costruito? Anzi, forse c’è qualcosa di più affascinante: il logo che definisce quel peculiare cattivo o l’associazione di cui fa parte, gli ideali che lo muovono, le ragioni che lo spingono ad essere tanto sfaccettato. Cosa c’è di più bello di vestire un simbolo che ci fa sentire parte di un collettivo, ci proietta addosso quei significati e ideali (e perché no anche una personalità) traendoci dall’imbarazzo di doverli elaborare per conto nostro? E soprattutto, perché non ci tatuiamo questi simboli sul corpo, per dimostrare la nostra partecipazione alla fanbase, la nostra adesione a quegli ideali, il nostro apprezzamento a un personaggio ben costruito? Beh, per una serie di buoni motivi: Continua a leggere

In memoriam: messaggio a tutti i lavoratori oppressi della cultura POP

Mentre questa giornata internazionale dedicata ai lavoratori di tutte le etnie, confessioni religiose e orientamento politico volge al termine, il Posto Delle Fregole ci tiene a porgere i suoi omaggi a tutte le categorie di lavoratori cui nessuno pensa mai, e che pure così tanto ci hanno dato:

Gli abitanti del villaggio di Age of Empires –  e per estenzione: tutte le unità addette alla raccolta di risorse negli RTS.

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Porta blu o porta rossa?

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si ringrazia nessuno in particolare per la cessione di questa immagine con più watermark che senso compiuto

A: Quindici anni cosa vuol dire? Quanti anni avremmo, quarantatré?
M: Tu sì, io ne avrei quarantacinque.
A: Va beh, siamo lì più o meno. Beh, io non credo proprio che a quarantatré anni sarei in grado di accumulare così tanti soldi. Io scelgo la blu.
E: momento, però. A parte che boh, non so se avrei scelto la blu, ma cosa vuol dire che ti ritrovi nel futuro? Che mi ritrovo nel corpo del me stesso invecchiato nel futuro, tipo in una linea temporale alternativa, o tipo che viaggio in quel preciso momento nel futuro? Vuol dire che potrei trovarmi nel 2033 ancora giovane.
M: sì ma è un casino, perché ci saresti tu a ventinove anni (“ancora giovane”) e in contemporanea anche tu a quarantaquattro. Paradosso. O arrivi nel futuro ammazzando il te stesso di quella linea temporale. In ogni caso non mi sembra qualcosa di auspicabile.
E: sì, non si capisce bene, e in ogni caso io sceglierei la porta rossa.
A: sì, anche io tutto sommato. Non c’è paragone. Continua a leggere