SPOILER ALERT: questa non è una recensione. Non so neanche io cos’è. Al limite definiamola un commento, un’analisi o una riflessione sugli ultimi sviluppi del Wizarding World. Chiamiamola come vogliamo, ma inevitabilmente saranno presenti spoiler – maggiori e minori – sugli ultimi film della saga. Avviserò quando si toccherà il punto di non ritorno oltre il quale sarà dannoso continuare a leggere, quindi leggete pure le prime righe ma state all’erta.
Archivio dell'autore: Trabietola
Sei cose che non sapevate su Halloween
La fine del mese si avvicina, e con essa la festa pagana più apprezzata da grandi e piccini. Le luci, le zucche scavate, le decorazioni, il neocolonialismo delle festività americane… molti di questi elementi contribuiscono a battere un rintocco nel nostro profondo e a spaventarci. Halloween è una festa che conosciamo tutti, ma quanto bene potete dire di conoscerla DAVVERO? Abbiamo interpellato il nostro antropologo di fiducia per farci scoprire dieci curiosità che vi faranno stupire i vostri amici il 31 sera, mentre sorseggerete delle delicate spremute di zucca.
Dragon Ball Abridged 60 – una rilettura politica della furia di Gohan?
Gohan è uno dei personaggi principali di Dragon Ball. Figlio del protagonista, la sua caratterizzazione lo vede detestare il combattimento, pur possedendo un potenziale che espresso ai suoi massimi termini eguaglia facilmente quello di ogni altro Guerriero Z – il gruppo di combattenti di cui fanno parte i personaggi “buoni” di Dragon Ball, che abitano sulla terra e ruotano attorno alla figura di Goku.
Ricoprendo un ruolo marginale nelle prime saghe di Dragon Ball Z (saga dei saiyan e saga di Freezer), arriverà a diventare il protagonista definitivo della saga di Cell, per poi tornare ad essere relegato ai margini della narrazione nell’arco conclusivo della serie: la saga di Majin Bu. Gohan è un personaggio costruito sulla propria rabbia e sulla sua accettazione, verso un superamento dei propri limiti e un superamento delle difficoltà che ha senso soprattutto considerando la genetica saiyan e la sua peculiare concezione di risoluzione dei problemi.
Credo che grazie alla programmazione ossessivo-compulsiva di Mediaset nessuno sia all’oscuro dei fatti che riporterò in seguito, ma se così non fosse, ovviamente l’articolo contiene numerosi SPOILER sulle vicende narrate in Dragon Ball. Continua a leggere
Cosa aspettarsi dalle prossime stagioni de La Casa di Carta
Merda totale o capolavoro assoluto? I giudizi sulla Casa di Carta sembrano polarizzarsi attorno a queste due opinioni. Che vi sia piaciuto o no, avrete appena fatto in tempo a digerire la vicenda che adesso ne hanno annunciate altre due stagioni.
ALTRE
DUE
STAGIONI
Ma perché le serie che ci interessano per davvero non prendono esempio? Noi non ci vogliamo sbilanciare riguardo le nostre opinioni sulla casa deppappél (CI HA FATTO CAGARE A SPRUZZO), ma vogliamo comunque lanciarci nel vortice riguardante la vicenda, giusto per fare un po’ di visualizzazioni in più, e soprattutto perché abbiamo degli amici influenti e siamo riusciti a dare un occhio agli script delle prossime stagioni. Anche quelle che non sono ancora state annunciate. Lettori, siete avvisati che ovviamente tutto quello che leggerete da qui in poi contiene forti SPOILER sulle stagioni già concluse, ma soprattutto su quelle a venire.
La foto profilo perfetta – un affare da migliaia di euro
Marco è un fotografo di 28 anni, vive a milano dal 2012 e pratica la fotografia a livello agonistico. Ha iniziato i suoi studi nel dojo di Nikon-senpai, ma col tempo è diventato pratico anche di altri stili di combattimento. Ci segnala in particolar modo lo stile ISO500 del dragone controluce e lo scatto fluente che rompe la roccia con la sovraesposizione. Oggi è cintura nera di fisheye, e accarezza l’idea di aprire un dojo tutto suo. Non gli interessa particolarmente la fotografia: gli piace solo l’idea che qualcuno lo chiami senpai. Ha anche insistito perché lo presentassimo in questa maniera delirante in apertura alla nostra intervista. Quindi la prima domanda, d’obbligo, è:
Perchè?
Perché quello che faccio per vivere da qualche anno è talmente tanto ridicolo che mi sentirei avvilito a farvi parlare di tutte le qualifiche che ho, contando dove mi hanno portato. Quindi tanto vale un’introduzione gagliarda che non mi rappresenta alla stessa maniera. Continua a leggere
Fregole in Tavola – 4 manicaretti consigliati da mio padre
Si possono dire molte cose degli uomini italiani, ad esempio che sono di genere maschile e hanno cittadinanza italiana, ma certamente non si può dire che alcuni di loro che sono bravi a cucinare non siano bravi a cucinare. Mio padre è una di queste persone. Dopo avervi allietato con i manicaretti della prima puntata, ecco a voi la seconda puntata delle Fregole in Tavola, dedicata a piatti sfiziosi e intriganti che tutti possono preparare involontariamente. Oggi vediamo alcune ricette consigliate da mio padre. Continua a leggere
Sei tatuaggi che i nerd dovrebbero smettere di farsi
Ah, i cattivi. Perché tifare per un eroe stereotipato quando in realtà i legali buoni non sono mai piaciuti a nessuno e non c’è nulla di più affascinante di un cattivo ben costruito? Anzi, forse c’è qualcosa di più affascinante: il logo che definisce quel peculiare cattivo o l’associazione di cui fa parte, gli ideali che lo muovono, le ragioni che lo spingono ad essere tanto sfaccettato. Cosa c’è di più bello di vestire un simbolo che ci fa sentire parte di un collettivo, ci proietta addosso quei significati e ideali (e perché no anche una personalità) traendoci dall’imbarazzo di doverli elaborare per conto nostro? E soprattutto, perché non ci tatuiamo questi simboli sul corpo, per dimostrare la nostra partecipazione alla fanbase, la nostra adesione a quegli ideali, il nostro apprezzamento a un personaggio ben costruito? Beh, per una serie di buoni motivi: Continua a leggere
In memoriam: messaggio a tutti i lavoratori oppressi della cultura POP
Mentre questa giornata internazionale dedicata ai lavoratori di tutte le etnie, confessioni religiose e orientamento politico volge al termine, il Posto Delle Fregole ci tiene a porgere i suoi omaggi a tutte le categorie di lavoratori cui nessuno pensa mai, e che pure così tanto ci hanno dato:
Gli abitanti del villaggio di Age of Empires – e per estenzione: tutte le unità addette alla raccolta di risorse negli RTS.
Porta blu o porta rossa?
– A: Quindici anni cosa vuol dire? Quanti anni avremmo, quarantatré?
– M: Tu sì, io ne avrei quarantacinque.
– A: Va beh, siamo lì più o meno. Beh, io non credo proprio che a quarantatré anni sarei in grado di accumulare così tanti soldi. Io scelgo la blu.
– E: momento, però. A parte che boh, non so se avrei scelto la blu, ma cosa vuol dire che ti ritrovi nel futuro? Che mi ritrovo nel corpo del me stesso invecchiato nel futuro, tipo in una linea temporale alternativa, o tipo che viaggio in quel preciso momento nel futuro? Vuol dire che potrei trovarmi nel 2033 ancora giovane.
– M: sì ma è un casino, perché ci saresti tu a ventinove anni (“ancora giovane”) e in contemporanea anche tu a quarantaquattro. Paradosso. O arrivi nel futuro ammazzando il te stesso di quella linea temporale. In ogni caso non mi sembra qualcosa di auspicabile.
– E: sì, non si capisce bene, e in ogni caso io sceglierei la porta rossa.
– A: sì, anche io tutto sommato. Non c’è paragone. Continua a leggere
Due chiacchiere con LAVAGNART: un’intervista esclusiva
Da qualche settimana ormai la quiete dei nostri profili Facebook è scossa da un fenomeno virale di portata ormai generazionale: piace ai grandi, ai piccini, e persino agli inutili millennial. Si tratta proprio della pagina LAVAGNART, che a cadenza del tutto aleatoria posta disegni realizzati su di una dozzinale lavagnetta digitale, di quelle che si possono acquistare per pochi spiccioli in internet, se qualcuno mai dovesse avvertire il bisogno di acquistarle.
Questo dozzinale prodotto è diventato il principale mezzo d’espressione della mente dell’autore di Lavagnart. A caratterizzare la pagina, la pubblicazione di queste immagini del tutto surreali che tuttavia non mancano di coinvolgere gli elementi più cari della nostra quotidianità, come la classe operaia e il formaggio coi buchi. A fare da scarto allo stile minimalista dell’autore, una valanga di significati che – forse proprio per compensare la bidimensionalità del prodotto figurativo – appaiono condensati nella cornice della lavagnetta. Ci troviamo di fronte a un nuovo Bansky, si tratta dell’unico mezzo di espressione di una mente tormentata o è semplicemente una persona che si annoia? Cercando di capirlo anche noi, abbiamo voluto intervistare l’autore della pagina in persona.
Per mantenere il suo tradizionale riserbo, l’Artista ha dettato delle regole forse un po’ estreme ma condivisibili. Abbiamo parcheggiato la nostra automobile in una malga in provincia di Bolzano, quindi Lavagnart ci ha fatto avere le sue risposte via fax, mentre noi gli rivolgevamo le nostre domande parlando a un cellulare che comunicava con un ricevitore che, al capo opposto, era attaccato a un drone che volteggiava a circa un chilometro di altezza dalla sua posizione, a 751 chilometri di distanza da noi. Non è la condizione più estrema nella quale ci siamo trovati a scrivere un articolo, e in più avevamo proprio voglia di andare a mangiarci delle mele in Alto Adige, quindi non ci è pesato particolarmente.