La descrizione del profilo del 20% degli utenti di Tinder mette le mani avanti, specificando come “diremo di esserci conosciuti al bar”, “diremo che ci siamo incontrati a una festa” o, nel caso di qualche utente che ci tiene a sottolineare come sia più intelligente di voi “diremo che ci siamo parlati in una galleria d’arte”.
Per le persone normali invece è il 2017, e non c’è niente di male a relazionarsi ad altri individui tramite app come Tinder, Badoo, Meetic… le presentazioni non servono. Servono? E allora ve le diamo. Sono app che mettono in contatto persone che vogliono entrare in contatto. Scorrete i profili, vi piacete? Iniziate a chattare; non vi piacete? Scorrete i profili di gente che vi è più consona, e chattate con quelli. Ogni app ha le sue particolarità, ma il succo è sempre questo, che vi venga chiesto di inserire nella descrizione quale sia la vostra canzone preferita o meno. Le finalità d’utilizzo possono essere le più disparate, dal cercarsi una scopata all’anima gemella, o ancora semplicemente qualcuno che vi mostri la città in cui siete appena arrivati. Poi potrete sempre dire a mamma e papà che vi siete incontrati in una galleria d’arte.
Il nostro articolo, tra tutte le app che potevamo considerare, prende in esame Tinder, perché è forse la più nota, la più diffusa, e soprattutto perché è l’unica che abbiamo provato. Quindi possiamo affidarci a solide basi empiriche per affermare ciò che andremo affermando.