Mulino Olympo: la scomparsa di Rosita

Un terremoto ha di recente scosso il mondo della Mulino Bianco: la sparizione di Rosita.
Da un po’ di tempo, infatti, il perfido volatile non compare più nelle pubblicità a fianco del noto dittatore (nonché compagno di vita) Banderas.
La mancanza di comunicati ufficiali sulla scomparsa da parte dell’addetto stampa del vecchio mulino ha fatto inizialmente pensare a una disgrazia o a un colpo di mano da parte dei servizi segreti del nemico giurato Costner.
Successivamente il governo del tiranno dolciario aveva ammesso la scomparsa della gallina e aveva addirittura chiesto aiuto ai sudditi per il di lei ritrovamento.

L'astuta montatura per coprire l'eliminazione di Rosita passa anche attraverso una finta campagna di ricerca

L’astuta montatura per coprire l’eliminazione di Rosita passa anche attraverso una finta campagna di ricerca

Nuovi elementi, però, fanno pensare più a una resa dei conti interna al malefico duo in modalità “notte dei lunghi coltelli”: l’ultimo consulente di coppia di Banderas e Rosita (i precedenti erano stati trasformati in buste per i pandistelle) ci ha confermato che da tempo si era rotto qualcosa tra i due. Nella fattispecie, la decisione di Banderas di produrre biscotti “più lunghi” come se li ricordava lui aveva trovato in Rosita una ferma opposizione in quanto biscotti più lunghi significavano soprattutto più uova da parte delle sottoposte della Gallina Suprema.
Negli ultimi tempi la situazione si era fatta insostenibile per il povero Antonio, tant’è che negli incontri ufficiali di regime il dittatore si era ritrovato ad avere attacchi epilettici che hanno messo in serio pericolo di vita di poveri bambini.
A questo punto il tono di voce del consulente di coppia si fa quasi sussurrante, Banderas, che ha avuto un passato come Contras durante gli anni ’80, avrebbe chiamato qualche suo vecchio camerata della CIA e dei servizi segreti argentini per organizzare la silenziosa sparizione dello scomodo pennuto.

Foto risalente agli anni '80 che ritrae il dittatore dolciario durante il suo periodo come contras

Foto risalente agli anni ’80 che ritrae il dittatore dolciario durante il suo periodo come contras

Un biscotto al penthotal e via, l’addormentata Rosita venne caricata su un C-130 dell’aviazione Bandereña e gettata nelle acque del Mediterraneo, proprio sulla verticale della reggia sottomarina di Costner.
Il messaggio lanciato dallo Spagnolo senza scrupoli è brutalmente chiaro: chiunque si metta contro di me farà una brutta fine, anche i miei compagni.
Quale sarà la risposta del buon Kevin?

IL RE LEONE – una storia di abusi

Il team Disney è formato da una manica di professionisti al lavoro tutti i giorni, ventiquattr’ore al giorno. L’alta qualità del lavoro che producono serve a farci dimenticare che sono una multinazionale spietata e che nel loro parco a tema è morta una quantità impressionante di persone. In vista del tradizionale blockbuster natalizio, spesso vengono realizzati documenti e video di backstage a testimoniare la preparazione cui vengono sottoposti gli animatori. Nella mia memoria ne è impresso uno in particolare, collocato al termine del VHS della bella addormentata: il backstage del Re Leone.
Già all’epoca – avrò avuto si e no cinque anni – mi colpì l’accuratezza del lavoro svolto: lo studio della società dei leoni, l’utilizzo di animali costretti all’immobilità per permettere agli animatori di studiarne l’anatomia e l’interesse per la fauna africana (soprattutto da parte di Elton John, che continuava a guardare il culo agli autoctoni invece di comporre). Quei birboni della Disney però hanno fatto in modo che tutta questa preparazione potesse essere scorta non nella più esplicita trama del film, quanto nell’aspetto biologicamente accurato che possiamo leggere tra le righe. Continua a leggere

Della serie il Pilota Depilato: GALAVANT

Quest’oggi si parla di uno dei più divertenti primiepisodi da un po’ di tempo a questa parte, cioè di Galavant, serie musical-comedy in 8 puntate, nata come filler per la pausa di mid-season di quella cagata pazzesca, perfetta per hipsteracce fighe-di-legno, di “Once upon a time”. galavant wall Prodotta dalla ABC, che si compiace del politically correct e che strizza l’occhio alle fighette frustrate (di quelle che ti dicono “sono simpatica e gentile, ma quando mi arrabbio sono una vera stronza”), Galavant spicca subito come un brufolo in mezzo alla fronte. Infatti, più che una recensione, questo post suona come un’epitaffio, dato che apparentemente il canale ha deciso che la serie è troppo intelligente per essere rinnovata per una seconda stagione. E non dà segni di volersi ricredere. Motivo in più per guardarla, a mio parere, dato che rimarrà come un bidet solitario in mezzo a un oceano di merda. Continua a leggere

UNA GEOPOLITICA DA PALINSESTO

Nonostante la percezione che i media tradizionali hanno delle comunità digitali sia a dir poco imbarazzante, da qualche anno stiamo assistendo ai prodromi di quello che nel futuro più prossimo promette di trasformarsi in uno scontro su più fronti, ma che per ora sembra limitarsi allo scenario televisivo.
Si tratta di una strategia messa in atto in primo luogo da reti che, per evitare ripercussioni legali ai danni del nostro blog che nessuno legge, chiameremo Canali Quattrocinquessei.

I Canali Quattrocinquessei hanno notato la presenza sul webb di figure che sembrano essere molto apprezzate del pubblico giovane ma non troppo, ovvero quello collocato tra gli scompensi ormonali dell’adolescenza e la disoccupazione post-laurea. Dal momento che si tratta della fascia d’età che più raramente si siede di fronte alla tivvù, optando per altre piattaforme di intrattenimento, non stupisce il tentativo dei canali Quattrocinquessei di calamitarne i culi sul divano.
Già c’erano stati dei tentativi in passato: individuando nella masturbazione la principale valvola di sfogo e intrattenimento a costo zero optata da questo pubblico, i canali numero cinque (mature), ma soprattutto sei (teen), hanno moltiplicato la quantità di derma (tette) esposto in fascia protetta. Non è servito a molto, anche perché la metà femminile continuava a restare disinteressata, e quella maschile si trovava in imbarazzo a stantuffarsi sul divano davanti a tutta la famiglia. È dunque logico capire come, di fronte a cifre inequivocabili come le visualizzazioni di Youtube e i like di Facebook, i canali numero cinque e sei, ancora una volta, siano tornati alla carica. Continua a leggere

Della serie il Pilota Depilato: MARCO POLO

Con questo articolo si inaugura una nuova rubrica, dedicata unicamente ai pilot di serie tv nuove e meno nuove. Indipendentemente da cosa avverrà (o è avvenuto) dalla puntata 2 a seguire (anche per tante, e a volte troppe, stagioni) l’intento di questa rubrica è di osservare e commentare la puntata che ha convinto qualcuno a dire “Mah si, facciamola sta serie tv!”. Detto ciò, diamo il via alle danze con la prima della prima.

Marco Polo

Dopo alcune complicazioni pre parto e dubbi sulla paternità del nascituro, finalmente a dicembre va in onda su Netflix “Marco Polo”, serie in 10 puntate sui viaggi e le avventure del famoso mercante veneziano. Dopo 90 milioni di dollari investiti, le ambizioni erano di sfornare un prodottino in costume degno di rivaleggiare con le altre grandi serie storico fantastiche, dando in mano la regia della puntata 1 a Joachim Rønning e Espen Sandberg (in arte, come duo, Roenberg …. seriously?) “famosi” per Bandidas e Kon Tiki (e per il futuro Pirati dei Caraibi 5, come se ce ne fosse bisogno) e ideato da John Fusco. E non commento oltre. Continua a leggere

The new “Oh!” is the new black

 

Ci aspettavamo che il ritorno della rubrica dietro alle pubblicità partisse con l’ovvia sparata sull’ennesima pubblicità avente come protagonista Antonio Banderas (in questo caso nei panni di figura paterna/stupratore/fornaio che sussurrava ai cavalli).

E invece no.

Un’ altra pubblicità ha catturato la nostra attenzione di speculatori. Più propriamente, una serie di pubblicità: quelle della Opel con protagonista Claudia Schiffer e il suo orgasmico “Oh!”.

Si, perché come non si può rimanere esterrefatti, inorriditi e anche stranamente affascinati da una macchina che, una volta scoperto essere una Opel nonostante tutti i suoi gadgets tecnologici, fa aprire la bocca in stile “invisible penis” a tante signore tra cui la Claudiona? Continua a leggere

VITA E OPERE DI LEON BATTISTA CELL – parte terza

LA RIVALITÀ CON VEGETANGELO E IL DIPLOMA AL POLITECNICO

Negli scorsi episodi abbiamo lasciato un giovane Leon Battista che teorizzava le basi del movimento supersonicistico, suscitando la gioia del suo proclamatore, Giovanni. Al giorno d’oggi sono in molti a sostenere che la soddisfazione di quest’ultimo nell’ascoltare lo sfogo di Leon Battista derivasse in realtà dal fatto che nemmeno lui, proclamatore del supersonicismo, sapesse quale fosse il senso delle parole che aveva pronunciato quel lontano pomeriggio nella cattedrale di Lavandonia. Una spiegazione di questo tipo, per quanto possa sembrarci spiccia e inverosimile, giustificherebbe l’elevamento a manifesto supersonicista delle parole del giovane Leon Battista, nonché l’accertata presenza di rospi bulbasauridi nel cortile della casa di Giovanni. Rospi che, ricordiamolo, se leccati per periodi prolungati, inducono stati di alterazione cronica.

images

Una rara foto dell’epoca dei fatti ci mostra Vegetangelo, mentre osserva esterrefatto i voti di Cell nell’esposizione della pagelle a fine anno.

Le parole proferite nel corso della visita del podestà si accompagnarono a una mutazione dell’atteggiamento di Leon Battista, che rievocando quello stesso estro che gli permise di decorare le colline lupane di guglie, contrafforti e navate di sterco, raggiunse senza sforzo il massimo dei voti in tutte le materie, surclassando completamente quello che dalla visita del fondatore del supersonicismo era divenuto suo acerrimo nemico: Vegetangelo.
Nel corso del terzo anno accademico, poi, al danno si aggiunse la beffa, quando Leon Battista divenne uno dei ragazzi più desiderati dalla componente femminile del politecnico.
Tra continue punzecchiature e zuffe, la corsa tra Leon Battista e Vegetangelo continuava a essere un testa a testa. Alla fine dell’ultimo anno scolastico, la commissione che quel lontano messidoro si sarebbe dovuta riunire per valutare il grado di preparazione dei diplomandi fremeva all’idea di poter osservare da vicino quei prodigi dei quali aveva tanto sentito parlare. Continua a leggere